La psicoterapia è un’occasione per le persone di esplorare il proprio mondo emotivo e cognitivo in un ambiente protetto e non giudicante.
L’obiettivo principale della psicoterapia è restituire alla persona la capacità di riconoscere il valore ed il senso della propria e altrui esperienza emozionale, in tutti quei contesti relazionali in cui la coscienza di sé prende forma ed emerge (Liotti, G).
Il compito dello psicoterapeuta è quello di accogliere nella relazione in modo empatico il paziente e portarlo a riflettere sul suo personale modo di porsi in relazione con gli altri, con lo scopo di aiutarlo a sviluppare, in un ambiente facilitante, il suo funzionamento autonomo (Cornell, WF).
La Psicoterapia Cognitivo-Evoluzionista
La psicoterapia cognitivo-evoluzionista fa parte di quegli approcci psicoterapeutici di paradigma relazionale che condividono la natura relazionale della mente e del suo sviluppo, la centralità delle dinamiche interpersonali di attaccamento per la comprensione della psicopatologia e il ruolo sovraordinato della relazione terapeutica nel trattamento dei disturbi emotivi (Farina, B & Liotti, G).
La teoria cognitivo-evoluzionista prevede che ogni emozione sia potenzialmente dotata di funzoni precise nella vita di relazione ed abbia dunque valore di sopravvivenza. Le diverse condizioni patologiche deriverebbero dunque dal mancato riconoscimento del valore e del senso delle proprie e altrui emozioni (Liotti, G) e da una difficoltà di autoregolazione emotiva.
La psicoterapia assume dunque un carattere estremamente interpersonale, connettendosi fortemente al progresso delle neuroscienze, all’epistemologia evoluzionista, ai dati sperimentali e clinici della teoria dell’attaccamento e della psicologia evolutiva.
L'importanza della relazione terapeutica
Affinché si verifichi il cambiamento terapeutico la persona deve diventare consapevole di aspetti di sé che fino ad allora non erano tali, imparando a riconoscere e comprendere i propri stati mentali, ad entrare in contatto con le proprie e altrui emozioni, e questo può avvenire unicamente all’interno del rapporto terapeuta-paziente.
Durante tale percorso sono inevitabili periodiche rotture dell’alleanza terapeutica; il paziente potrebbe quindi mettere in discussione il lavoro fatto fino a quel momento o il rapporto con il terapeuta. Tali fratture non rappresentano solo un ostacolo nella relazione terapeutica, ma acquistano un importante significato se vengono colte dal terapeuta e segnalate al paziente. Diventando oggetto del lavoro comune in terapia possono fornire significativi spunti di riflessione e la loro risoluzione può rafforzare il legame e porre le basi per la costruzione di una nuova alleanza rinnovata (Luborsky, L).
L’alleanza e la relazione terapeutica sono dunque il veicolo del cambiamento e rappresentano l'essenza stessa del lavoro congiunto tra paziente e terapeuta, che come due scienziati collaborano a cercare la soluzione del problema.